Quali sono le pratiche di bonifica di un terreno inquinato

La bonifica di un terreno inquinato comporta l’implementazione di una serie di interventi che hanno l’obiettivo di eliminare tutte le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti, riducendone la concentrazione nel sottosuolo, nel suolo e nelle acque sotterranee situate ad un livello inferiore a quello della soglia di rischio (CRS) o di contaminazione (CSC) come previsto dall’articolo 240 del D. Lgs. 152/2006.

Prima di procedere con l’iter di bonifica tuttavia è richiesto di implementare un processo di caratterizzazione ambientale come previsto dal D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 in vigore dal 13 giugno 2008.

Le fasi del processo di caratterizzazione

Attraverso il Piano di Caratterizzazione ambientale di un sito contaminato:

  • si individuano le principali caratteristiche del sito;
  • si definisce lo stato di contaminazione delle varie matrici ambientali (acque superficiali, sotterranee, suolo);
  • si determinano le modalità e l’entità dell’esposizione al rischio sanitario da parte dei ricettori ambientali ed umani.

Tutte le informazioni raccolte in questa fase vengono utilizzate per la redazione del Piano di investigazione iniziale: questo documento rappresenta il punto di partenza per le indagini necessarie alla valutazione dello stato di compromissione delle matrici ambientali.

I risultati ottenuti vengono presentati all’interno di un documento chiamato Risultati del Piano di Caratterizzazione, fondamentale per la redazione del documento di Analisi di Rischio specifica del sito nel caso di superamento delle soglie di contaminazione (CRS e CSC).

Il campionamento delle matrici ambientali

L’attività di campionamento delle matrici ambientali viene eseguita secondo le disposizioni dell’Allegato 2, Titolo V della Parte IV del D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio del 2008.

Attraverso la caratterizzazione si vuole ricostruire l’assetto litostratigrafico del sottosuolo, dare tutte le informazioni possibili sulla presenza di falde acquifere determinando la direzione e l’intensità del flusso e, infine, fornire tutti i dati qualitativi relativi al potenziale livello di inquinamento presente nei suoli e/o nelle acque sotterranee.

Per individuare l’eventuale presenza di contaminanti pericolosi durante la caratterizzazione devono pertanto essere applicati criteri nettamente più restrittivi.

Che cos’è e a cosa serve l’analisi di rischio sanitario – ambientale

L’analisi del rischio sanitario è il mezzo principale per stabilire le azioni da implementare per una corretta gestione dei siti da bonificare.

Tale analisi permette di:

  1. individuare le sorgenti (o le sorgenti) di contaminazione;
  2. definire il percorso di movimento che seguono;
  3. quantificare il livello esatto di inquinamento.

In base ai risultati ottenuti si procede con il trattamento di bonifica più adatto.

Quando è necessario procedere con la bonifica di un terreno inquinato

La bonifica di un terreno richiede competenze specifiche in ambito ambientale, normativo ed economico; si rivela inoltre strategicamente rilevante per pianificare l’attività territoriale, recuperando quelle aree che sono state compromesse negli anni da fenomeni contaminanti.

In un terreno inquinato il suolo non è in grado di “ospitare” la vita a causa delle sostanze cancerogene, chimiche, tossiche e radioattive che può contenere.

Eventuali falde e corsi d’acqua faciliterebbero inoltre lo spostamento di queste sostanze, contaminando altri terreni.

In queste circostanze l’attività di bonifica è fondamentale per riqualificare il terreno, rendendolo nuovamente riutilizzabile per la coltivazione o altri scopi.

Come abbiamo descritto sopra la valutazione della bonifica avviene mediante l’analisi del rischio sanitario nel momento in cui la concentrazione degli inquinanti supera le soglie massime indicate dalla norma.

Le fasi del processo di bonifica di terreno inquinato

Il personale tecnico del Gruppo C.S.A S.p.A. esegue analisi di sedimenti marini e fluviali. Sulla base della normativa di riferimento (D.M. numero Prima di tutto viene isolata la parte contaminata al fine di evitare un’espansione della stessa e in modo da avere un controllo maggiore.

I campioni vengono prelevati utilizzando delle trivelle che permettono di raggiungere diverse profondità del suolo, in questo modo è possibile fare una valutazione più accurata dello stato del terreno.

Dopo aver prelevato i campioni necessari, vengono eseguite delle analisi chimiche per definire la tipologia di inquinanti e il loro livello nel suolo.

La procedura di risanamento del terreno può essere organizzata solo se si conoscono esattamente l’identità e la qualità degli inquinanti.

È difficile identificare una procedura di bonifica “universale” poiché ogni situazione si evolve in maniera differente in base ai parametri sopra indicati.
In generale, il terreno può essere trattato in loco con trattamenti meccanici e chimici ben precisi oppure prelevato, trasportato e smaltito in uno spazio diverso.

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